Apprendimento : l’uso del Coding nel contesto scolastico

Coding: cos’è?

Il coding è una metodologia trasversale della cultura digitale che consente di apprendere a usare la tecnologia e la rete. E’ un termine inglese, corrisponde in italiano alla parola programmazione. Con il termine coding in informatica si intende la stesura di un programma o di una app, una sequenza di istruzioni che saranno eseguite da un Pc, tablet, smarthphone etc. Il coding è l’applicazione pratica del pensiero computazionale: attraverso la programmazione e lo svolgimento di esercizi, giochi, rappresentazioni e animazioni gli studenti imparano a programmare e di conseguenza a pensare per obiettivi. Il coding si applica sia alle materie scientifiche sia a quelle letterarie e permette di sperimentare nuovi approcci didattici da proporre in classe, in un contesto ludico. Il coding consente di catturare l’attenzione anche degli alunni più distratti e demotivati che, credendo di giocare, imparano a risolvere un problema, più o meno complesso, in base alla fascia di età.

Coding: quali strumenti lo compongono?

Gli strumenti del coding sono tanti e suddivisi in due categorie principali: quelli che necessitano di un computer (strumenti plugged) e quelli che non lo richiedono (strumenti unplugged). Uno dei maggiori strumenti del coding è la programmazione visuale o a blocchi. Questo tipo di progammazione offre un sistema intuitivo, riducendo le regole sintattiche a semplici incastri tra blocchi di forma marginale.

La programmazione visuale consente di conoscere subito l’effetto prodotto dai blocchi colorati sui personaggi che animano la storia o il gioco che si sta creando. I ragazzi giocando e inventando storie si impegnano per conoscere quali blocchi colorati scegliere e incastrare fra loro e inconsciamente scrivono righe di codice informatico acquisendo una nuova abilità: il pensiero computazionale.

Un esempio di programmazione visuale è Scratch, sviluppato per l’esplorazione e la sperimentazione. Sostiene parecchi stili di apprendimento: la narrazione creativa, la creazione di semplici videogame, l’applicazione dei concetti di programmazione. I ragazzi si divertono imparano che ogni sfida significa risolvere problemi, da quelli più piccoli come evitare un ostacolo a quelli più grandi come evitare di farsi catturare da uno dei personaggi cattivi della storia. Per risolvere il problema, devono impegnarsi per capire quale possa essere la possibile soluzione, e se giungono all’obiettivo hanno imparato come fare.

Tra le diverse attività unplugged da presentare ai ragazzi Codyway, si differenzia per la sua originalità, è un sistema da impiegare alla nostra realtà quotidiana, iniziando dall’aula, dalla scuola e dalla città in cui viviamo. Si tratta di una semplice presentazione condivisa su Google Drive che può essere copiata su un proprio file Drive o scaricata sul proprio computer. L’utilizzo del coding nella didattica è un valido e divertente strumento che facilita e agevola la comprensione e l’acquisizione dei contenuti. Il coding può essere introdotto a scuola come attività trasversale poiché permette di:

  • sperimentare manuali con materiali che consentono il controllo dell’errore

  • provare percorsi per tentativi ed errori cercando anche nuove soluzioni

  • vivere l’apprendimento come scoperta

  • poter operare in autonomia senza l’aiuto dell’adulto

  • facilitare lo sviluppo di potenziamento della creatività e dei processi logici

  • acquisire competenze trasversali

  • esaltare le potenzialità di ciascuno

  • incrementare la capacità di attenzione, concentrazione e memoria.

E’ difficile prevedere al momento sviluppi sull’utilizzo futuro tuttavia preme evidenziare che non si insegna un linguaggio specifico che magari, quando i bambini saranno adulti, sarà già stato accantonato da anni ma un primo avvicinamento logico alla programmazione. L’approccio metodologico, è quello dei metodi attivi, cioè il “learning by doing”. I bambini sono coinvolti in un ambiente logico e matematico e la creatività e la fantasia hanno un ruolo centrale. Senza dimenticare che lavorare in coppia offre possibilità di inclusione anche agli alunni con bisogni educativi speciali.

Autrice: Marisa De Domenico -Psicologa Esperta in Orientamento scolastico e D.S.A.

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