Riserva cognitiva : cos’è e perchè è importante aumentarla

Il nostro cervello nasconde un mondo complesso e le neuroscienze sono un multiverso in continua espansione.

Oggi voglio parlarvi del concetto di riserva cognitiva e  di quanto sia importante implementarla per preservare più a lungo possibile la salute del cervello.

 

Riserva cognitiva cos’è?

Per spiegare al meglio il concetto di riserva cognitiva , dobbiamo risalire al 1988, quando Katzmann e colleghi ricercatori, esaminarono post-mortem il cervello di 137 anziani e trovarono che il 55% di questi individui presentava segni evidenti di Demenza di Alzheimer , ma il dato più eclatante era dato dal fatto che la maggior parte di questi individui aveva dimostrato di avere , da vivo, prestazioni cognitive superiori ai loro coetanei sani.

All’inizio, dato che questi soggetti presentavano un cervello più pesante e una maggiore presenza di neuroni, si parlò di “riserva cerebrale”, proprio per sottolineare la maggior presenza di materiale cerebrale (neuroni e collegamenti sinaptici).

Molti ricercatori criticarono questo concetto e si passò alla definizione di “riserva cognitiva” , dove si poneva maggiormente l’accento sul piano cognitivo.

Il modello di riserva cognitiva, a differenza di quello di riserva cerebrale, non suppone che ci sia una soglia fissa a partire dalla quale i sintomi si manifestano, ma si focalizza sui processi che permettono agli individui di sostenere il danno cerebrale e di mantenere un adeguato funzionamento. In altre parole , se due individui hanno la medesima quantità di riserva cerebrale, l’individuo con più riserva cognitiva può tollerare lesioni più estese prima che manifesti un disturbo.

 

Riserva cognitiva : come si forma?

 

La riserva cognitiva è data da tutte le esperienze e le competenze acquisite durante il corso della propria esistenza come, ad esempio,l’istruzione scolastica e il lavoro.

 

Riserva cognitiva: come si misura?

A questo punto potresti chiederti :“ E come faccio a sapere qual è la mia riserva cognitiva?”

La risposta è semplice! Esiste un test che può venire somministrato o in sede di ricerca o di valutazione neuropsicologica e che determina il tuo livello di Riserva Cognitiva.

E’ il Cognitive Reserve Index questionnaire (CRIq) (Nucci et al., 2012) che permette di misurare in modo standardizzato la riserva cognitiva di soggetti adulti.

Si tratta di una raccolta di informazioni e di dati relativi all’intera vita adulta di un individuo (dai 18 anni fino al momento attuale).

Vengono presi in considerazione 3 ambiti di vita:

  • CRI-Scuola (numero di anni di scuola frequentati);

  • CRI-Lavoro (tipo di professione e durata dell’impiego);

  • CRI-Tempo Libero (attività extra-lavorative a varia frequenza settimanale, mensile, annuale e fissa).

Riserva cognitiva : come aumentarla

La riserva cognitiva può essere costantemente alimentata durante il corso
della nostra vita, attraverso attività di lettura, yoga, esperienze culturali in generale, scambi relazionali, esercizi cognitivi specifici, giochi di società e sport.

In particolare , attraverso la stimolazione cognitiva e il potenziamento cognitivo, è possibile incrementare o preservare la riserva cognitiva, essenziale per contrastare e rinviare l’inizio del declino cognitivo .

In particolare, il potenziamento cognitivo digitale , con strumenti come *Mindlenses, possono fare la differenza nel prenderti cura del tuo cervello e dunque della tua mente.

(*Mindlenses è uno strumento ideato da Restorative Neurotechnologies, startup siciliana, nata nel 2018, da un’idea dal Prof. Massimiliano Oliveri, Neurologo e ricercatore di fama internazionale e Docente Ordinario presso l’Università degli Studi di Palermo.Lo strumento è formato da  lenti prismatiche, utili a stimolare l’emisfero di interesse, a seconda di ciò che andremo a trattare e un  tablet contenente  esercizi di stimolazione cognitiva , i Serious games).

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Autrice : Laura Muscarella, Psicologa esperta in Neuropsicologia

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