Spaced Learning : cos’è?
Lo Spaced Learning, tradotto con apprendimento intervallato, è l’organizzazione della lezione in classe in tre tempi diversi così composti: tre momenti di “input” e due intervalli. Lo Spaced Learning richiede formazione specifica da parte dei docenti e una certa esperienza per svolgere tutte le fasi nei modi e nei tempi giusti.
Spaced Learning: le tre fasi
Nel primo input il docente deve fornire quelle informazioni che agevoleranno gli alunni nella lezione. Tale fase ha una durata che non può essere predeterminata perché varia in base alla dinamica con cui si evolve l’input. Segue un momento di intervallo di dieci minuti durante i quali non bisogna né parlare né fare riferimenti all’argomento della lezione. Nel secondo input il docente ripropone nuovamente l’argomento trattato nel primo momento ma da altri punti di vista, facendo cioè esempi diversi o ripercorrendo con parole diverse. È necessario, poi, prendere un altro intervallo di dieci minuti trascorsi come il primo stop per poi riprendere nuovamente la lezione. La lezione termina con la terza fase, riprendendo sempre lo stesso tema ma con attività che deve svolgere lo studente e non il docente. Tale step è necessario per fissare i contenuti proposti facendoli attecchire definitivamente nella sua memoria. In questo modo i ragazzi dimostrano di aver compreso, acquisito e assorbito l’insegnamento attraverso esercitazioni specifiche e situazioni-problemi da risolvere. Ma non solo, dopo la fase di esercitazione, il docente deve verificare la comprensione del topic da parte dell’intera classe. Spiegato in questo modo, si comprende che lo Spaced Learning non è un metodo che può essere improvvisato o che può essere oggetto di personalizzazioni, perché segue uno schema preciso, studiato e preventivamente elaborato che deve rispettare tempi e argomenti per dare il tempo di essere interiorizzati dall’alunno e poi memorizzati. Per lezioni di questo tipo sono molto utili strumenti di facile reperibilità nelle scuole come PowerPoint, gli spazi abbastanza ampi e il materiale adeguato per le pause. Ovviamente, è necessario che il docente riesca a mantenere ordine durante le pause senza lasciare spazio al caos, elaborando attività ricreative adeguate alle fasce di età e alla personalità degli alunni.
L’insegnante deve avere tempo a sufficienza per preparare la lezione scegliendo il tema giusto, le attività della pausa, gli esercizi per la valutazione finale e un tempo per permettere agli studenti per porre tutte le domande. Il vero punto di forza dello Spaced Learning è la possibilità di organizzare lezioni inclusive che riescono a coinvolgere anche gli alunni con DSA o con ridotta conoscenza della lingua italiana, aiutandoli a prepararsi in modo adeguato e con largo anticipo. Ma non solo, ascoltando gli altri che espongono le loro presentazioni o che fanno domande sul topic, si continua a ripetere l’argomento interiorizzando completamente. Un lavoro che si delinea in diversi momenti e che richiede uno studio specifico da parte degli insegnanti, attenzione degli studenti e un’organizzazione spazio-temporale della classe adeguata per ottimizzare la comprensione e favorire la buona riuscita di ogni progetto.
Lo Spaced Learning: in quali materie si rivela utile?
Le materie in cui può essere applicato tale metodo sono le più varie: dalla storia alla scienza, passando per la letteratura italiana e in lingua straniera. Storia e geografia si prestano facilmente al metodo Spaced Learning perché permette di attualizzare i contesti favorendo una fase di question time da parte degli alunni.
Negli ultimi mesi le scuole hanno provato a introdurre anche il microlearning per provare a realizzare il metodo, riducendo i tempi di spiegazione e di pausa. La lezione così organizzata ha portato buoni risultati, anche se non ottimali come nel caso dello Spaced Learning classico. Il rispetto dei tempi, infatti, è importante quanto la capacità del docente di esprimere il tema in modo chiaro ed esaustivo, per mettere gli studenti nella posizione di fare una buona esercitazione e di dare ottimi risultati. Nato nel Regno Unito, questo innovativo metodo è stato accolto molto favorevolmente dai docenti italiani che lo hanno sperimentato nelle scuole elementari, medie, nei licei e negli istituti professionali in tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche. Alcune scuole del nostro Paese hanno sperimentato lo Spaced Learning anche per discipline più tecniche come tecnologia o per gli esercizi di educazione fisica, ma anche per la geometria o per l’inglese, con una buona risposta degli alunni sia in termini di interesse che di risultati. Si tratta, insomma, di una vera e propria rivoluzione culturale che rientra nel grande progetto di digitalizzazione e modernizzazione della scuola italiana che porterà grandi vantaggi sia dal punto di vista metodologico che didattico.
Autrice: Marisa De Domenico – Psicologa esperta in Orientamento scolastico e DSA