Musicoterapia : La partitura vivente e la prima orchestra: l’improvvisazione clinica di Giulia Cremaschi

Tutto è suono, null’altro che suono.
Sono suoni gli astri, i loro pianeti e il lorocontenuto.
Gli elementi appartengono al suono
come pure ciò che formano,
dai corpi più semplici a quelli più complessi:
il mondo vegetale e il regno animale.
L’essere umano è suono,
anche se non lo sa o lo ha dimenticato”
(Tomatis, 1992)

 

Musicoterapia : chi è Giulia Cremaschi Trovesi

Non si ascolta semplicemente con le orecchie. E su questo  Giulia Cremaschi Trovesi, prima musicoterapeuta certificata in Italia, Presidentessa dell’APMM (Associazione Pedagogia Musicale e Musicoterapia) e della FIM (Federazione Italiana Musicoterapeuti),  ha basato tutti i suoi studi.

E’ autrice di diverse pubblicazioni sulla  musicoterapia e fondatrice della musicoterapia umanistica.

Nei suoi  studi con i bambini sordi,  appare evidente come  non sia in alcun modo possibile separare la sensorialità in parti.
Le onde sonore, per mezzo dell’aria intorno a noi, attraversano il corpo, un corpo vibrante, un risuonatore che convibra con il mondo, e con se stesso.
Ad ogni respiro l’aria entra ed esce dal nostro corpo.
Ad ogni respiro rinnoviamo il nostro convibrare con il mondo: il suono è per sua natura relazione.
La ricezione delle onde sonore è regolata dalle leggi fisiche della risonanza: un corpo che vibra mette in vibrazione un altro corpo atto a vibrare con le stesse frequenze, entrando in risonanza con esso.
La risonanza è una realtà alla quale non possiamo sottrarci, come la forza di gravità, ‘è così reale da essere stata dimenticata’ (Beltrami, 2019).

Musicoterapia e neuroscienze

La risonanza corporea caratterizza la vita di ogni uomo a partire dal grembo materno, inteso come ‘la prima orchestra’.

Le evidenze delle moderne neuroscienze spiegano come,  durante la gestazione, il feto riceva stimoli sonori dalle vibrazioni trasmesse attraverso il liquido amniotico
(Taylor, 1997).
I suoni percepiti nel grembo materno, il ritmo del cuore, il flusso della sua respirazione, il flusso vascolare, stimolano il cervello e attivano cariche elettriche nella corteccia cerebrale (R.Minson).
L’udito è il primo organo sensoriale che si sviluppa ed è già funzionale a quattro mesi e mezzo prima della nascita (ibidem)
Tomatis fu fra i primi a dimostrare che il feto mostrava di percepire i suoni rispondendo attraverso specifiche reazioni motorie.
Inoltre, evidenziò che il battito cardiaco del feto aumentava in risposta ai suoni quando questi venivano trasmessi vicino all’addome materno.
Sempre secondo gli studi dell’Autore e colleghi, l’eventuale assenza della voce materna potrebbe causare la compromissione dello sviluppo del sistema uditivo e della funzione di ascolto e determinare varie alterazioni del sistema nervoso centrale, venendo meno la prima forma di comunicazione tra madre e figlio (Galvani, 2019).


“Secondo le inconsce reminiscenze del “placet amniotico” siamo stati contenuti
e plasmati psicofisicamente dal suono, che in modo non intrusivo ricrea la
continuità fra l’interno e l’esterno, ristabilendo l’accordo comunicativo”
(GuerraLisi, 2013)

Musicoterapia: la Persona come Partitura vivente
La musica è, dunque, dentro all’uomo, prima che attorno all’ uomo.
Il ritmo e il suono sono all’origine del nostro vivere.
L’andamento ritmico del battito cardiaco, del respiro e dei passi della mamma vissuti nel grembo materno è l’origine del nostro movimento, delle nostre memorie, della nostra voce.
Ogni persona è una Partitura Vivente, uno spartito aperto che il musicoterapeuta legge (non interpreta!) durante gli incontri (Trovesi, 2014)
Da queste premesse muove l’improvvisazione clinica nell’approccio umanistico di Giulia Cremaschi: “L’improvvisazione, in musicoterapia, è la comunicazione non verbale così efficace da far sorgere l’ascolto anche in chi non vuole, non è disposto ad ascoltare.
È un comporre musica all’istante, sulla misura di ogni singola situazione, ossia ogni singola persona. È l’arte dell’ascolto, dell’accoglienza, del saper aspettare, convincere, guidare, senza parlare. (…) L’improvvisazione in musicoterapia umanistica è saper creare un dialogo in situazioni dove non ci sono i presupposti.”
(Trovesi, 2014)
Quando percepisce una certa continuità fra sé e l’universo sonoro che lo circonda, il bambino si sente accolto, ascoltato, valorizzato per ciò che è prima ancora che per quello che sa fare.
Operare in musicoterapia significa elevare l’ascolto a livello di arte di ascoltare.

Autrice: Dott.ssa Concetta Maccarrone –  Psicologa e Musicoterapeuta, Tecnico ABA

Bibliografia

Beltrami, Paola. 2019. 2019, State of mind – Il giornale delle scienze psicologiche

Galvani, Francesca. 2019. Psicologia della voce e del canto. Dalle neuroscienze
alle applicazioni cliniche. 2019.

Stefania Guerra Lisi. 2013. Stereotipie e arte di vivere. Pisa : Edizioni ETS, 2013

R.Minson. A sonic birth. Wheaton : s.n. p. 89-97. in Music and Miracles

Taylor, D.B. 1997. Biomedical foundations of music as therapy. 1997.

Tomatis, Alfred. 1992. L’Orecchio e la Vita. Tutto quello che dovreste sapere
sull’udito per sopravvivere. s.l. : Dalai Editore, 1992

Trovesi, Giulia Cremaschi. 2014. La partitura vivente. Dialogare attraverso
l’improvvisazione comunicativa al pianoforte. s.l. : Armando Editore, 2014

 

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