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ADHD nell’adulto: come riconoscerlo e intervenire

Home / Neuropsicologia / ADHD nell’adulto: come riconoscerlo e intervenire
8 Aprile 202220 Dicembre 2023Laura
022
Neuropsicologia, Psicologia

Quando si parla di Disturbo dell’Attenzione/Iperattività, si parla quasi sempre di bambini o al limite preadolescenti.

Quasi mai si prende in considerazione come questo Disturbo possa appartenere anche all’età adulta.

Eppure sono almeno 2.000.000 (due milioni) gli adulti, in Italia, colpiti da ADHD (www.quotidianosanita.it).

ADHD nell’adulto: quali sono i sintomi?

I sintomi sono gli stessi di quelli riferiti all’infanzia ( leggi   Disturbi attentivi e iperattività )

    in più :

– disattenzione costante con evitamento di compiti in cui restare focalizzati a lungo

– disorganizzazione dal punto di vista temporale e talvolta spaziale

– impulsività

– difficoltà a stabilire le priorità

– sensazione di noia e insoddisfazione.

Probabilmente tra i vostri amici e parenti, avrete conosciuto il tipo svagato, con la testa tra le nuvole, che perde o rompe gli oggetti, tendenza a fare incidenti oppure ancora vi da buca agli appuntamenti perché non lo ha ricordato o  non riesce a finire la relazione da consegnare domani.

Può capitare a tutti di avere questi comportamenti, soprattutto se ci si trova in un periodo particolarmente stressante della vita, ma chi è affetto da ADHD , non ha solo un periodo, ma ha un comportamento costante caratterizzato dai sintomi sopra descritti.

ADHD nell'adulto: uno dei sintomi è la disorganizzazione costante
ADHD nell’adulto: uno dei sintomi è la disorganizzazione costante

A lungo andare , l’ADHD, diventa un problema invalidante nella vita adulta così come lo è in età infantile, provocando senso di disagio e inadeguatezza in chi ne è affetto.

Il bambino con ADHD, una volta diventato adulto, potrebbe presentare una serie di labilità emotive e incapacità a superare i traumi e nei casi più estremi , tale senso di inadeguatezza, lo potrebbero portare a provare sostanze stupefacenti o situazioni di rischio .

Sono le cosiddette “persone irrequiete”, quelle che difficilmente tollerano la noia o l’insuccesso, che fanno fatica a mentalizzare e che molto spesso hanno crisi di collera, soprattutto davanti agli ostacoli della vita.

Da quanto tempo l’adulto deve presentare questi sintomi per poter fare ipotesi di ADHD?

Per parlare di ADHD nell’adulto, i sintomi devono essere costantemente presenti negli ultimi 6 mesi di vita e inficiare 2 o più ambiti della vita del soggetto (famiglia, lavoro, relazioni sociali e organizzazione economica).

 

ADHD nell’adulto: valutazione e trattamento

La valutazione dell’ADHD nell’adulto potrebbe essere ben più complessa di quella da fare nell’infanzia. Molti sintomi sopra citati, potrebbero essere in comune con altri tipi disturbi, come ad esempio: il disturbo bipolare, l’ansia, disturbi psicotici, organici, da sostanze, tic e disturbi da autismo.

E’ giusto, dunque, affidarsi ad una professionista della salute mentale (psichiatra o psicologo con competenze specifiche) al fine di individuare la corretta diagnosi e il giusto intervento.

La valutazione dell’ADHD avviene tramite il colloquio e la somministrazione di test ad hoc, come il Test DIVA , una scala basata sui criteri del DSM V.

ADHD nell’adulto: intervento con Mindlenses

Altro efficace mezzo di intervento è la stimolazione cognitiva con  MINDLENSES, dispositivo di Classe 1, che permette di valutare e creare un intervento mirato e personalizzato.

Mindlenses è uno strumento ideato da Restorative Neurotechnologies, startup siciliana, nata nel 2018, da un’idea dal Prof. Massimiliano Oliveri, Neurologo e ricercatore di fama internazionale e Docente Ordinario presso l’Università degli Studi di Palermo.

Lo strumento è formato da :

– lenti prismatiche

– tablet contenente i Serious games

Grazie ai rinforzi positivi dati dai feedback motivazionali contenuti nei serious games , il soggetto con ADHD si troverà a proprio agio nell’usare questa terapia.

ADHD E MINDLENSES: com’è strutturato l’intervento?

L’intervento prevede 14 incontri ravvicinati a livello temporale,

ovvero,  ad esempio  dal Lunedì al Venerdì per 2 settimane, oppure distribuiti in 3 incontri settimanali (Lunedì,Mercoledì, Venerdì) per 3 settimane più il Lunedì successivo.

I primi 2 incontri saranno dedicati alla valutazione , seguiranno 10 incontri di training di stimolazione cognitiva digitale , e si concluderà con 2 incontri di (ri)valutazione per monitorare i progressi fatti dal paziente.

ADHD E MINDLENSES : efficacia del metodo

Al termine delle sedute di training si possono monitorare i miglioramenti dovuti all’uso

della terapia digitale.

Dopo le sedute con Mindlenses, si è potuto osservare un incremento del circa il 50% delle funzioni cognitive attentive, mnemoniche e di fluenza fonologica.

Mindlenses si è dunque rivelato un ottima terapia nel trattamento dell’ADHD, con ricadute favorevoli sul rendimento lavorativo e il comportamento generale del soggetto.

 

 

ADHD NELL’ADULTO: approccio farmacologico

In casi molto gravi, potrebbe essere anche utile l’intervento dello Psichiatra che prescriva farmaci adeguati alla situazione dell’adulto con ADHD, soprattutto se sono presenti sintomi inerenti l’iperattività.L’uno intervento non esclude l’altro, e come sempre , quando si parla di salute mentale, è bene lavorare in equipe o in maniera congiunta ad altri professionisti.

ADHD nell’adulto: uno dei sintomi è l’incapacità a stabilire priorità

ADHD nell’adulto: la Psicoeducazione

Un intervento molto utile è quello relativo alla Psicoeducazione e al sostegno emotivo:

il primo consiste nell’educare , informando correttamente, il nucleo familiare del tipo di disturbo dal quale è affetto il loro congiunto , così da dare un significato ben preciso ai suoi comportamenti e intervenire con il paziente in questione per una maggiore consapevolezza e presa di coscienza del problema.

Inoltre, attraverso la Psicoeducazione sarà possibile mettere in atto strategie per incrementare le capacità organizzative e rispondere adeguatamente alle frustrazioni lavorative e relazionali, incrementando l’autostima.

Il sostegno emotivo servirà a elaborare quelle emozioni legate al disagio mentale provocato dall’ADHD.

ADHD nell’adulto: intervenire con lo Yoga e la Mindfullness

Altra strada molto utile , potrebbe essere lo Yoga o la Mindfullness   (Leggi  https://www.psinfantile.com/psicologia/mindfulness-la-relazione-tra-attenzione-concentrazione-e-apprendimento-nel-bambino/ )   : in generale, entrambe, hanno una grande efficacia nel trattamento dell’impulsività e della disattenzione, in quanto aiutano l’individuo a centrarsi sul momento presente e incanalare gli sforzi in maniera costruttiva e funzionale.

Autrice : Dottoressa Laura Muscarella, Psicologa esperta in Neuropsicologia

Trattamento per ADHD nel bambino e nell’adulto, attraverso MINDLENSES

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