Il GIOCO COME ELEMENTO IMPORTANTE DI CRESCITA

Il gioco è una componente molto importante durante tutta l’infanzia del bambino a cominciare dalla nascita quando lo utilizza il gioco per esplorare e conoscere il mondo che lo circonda, rappresentando la realtà. Per il bambino il gioco è una certezza, perché ha la funzione di fargli superare le difficoltà.

Attraverso il gioco, infatti, il bambino,  riesce a superare piccole empasse da solo, e solo quando sente di non riuscire ad aggirare l’ostacolo,  chiede aiuto all’adulto.

Il gioco, nei primissimi anni di vita, è un’attività  solitaria , che solo con il  passare del tempo (intorno ai  4 anni circa)  diventerà gruppale, trasformandosi in una partecipazione condivisa e sociale.

A 2 anni già il bambino e la bambina posono iniziare a sviluppare quello che lo Psicologo  Jean Piaget chiama “gioco simbolico”, ovvero “fare finta di”: in questa fase così importante , il gioco diventa rappresentativo di qualcosa che il bambino ha già visto fare (es.: preparare la cena) e può iniziare a usare oggetti che stanno a simboleggiare un’altra cosa da ciò che effettivamente sono (es.: il manico della scopa diventa un cavallo).

Questa fase andrà evolvendosi fino ai 7 anni e detrmina in gran parte lo sviluppo cognitivo e sociale dell’individuo.

Inoltre, per J. Piaget, il gioco rappresenta la “più spontanea attitudine del pensiero infantile”.

Molti studiosi hanno studiato approfonditamente questa forma creativa quale è il gioco, uno tra i tanti è Vygotskij. Egli afferma che il gioco aiuta a sviluppare le relazioni interpersonali del bambino, nonché esso sta alla base dello sviluppo intellettivo.

GIOCHI “DI LOTTA”

Altre attività espressive all’interno del gioco sono i giochi di lotta. Questo tipo di giochi sono molto particolari perché possono sembrare giochi aggressivi, in quanto i bambini possono esprimere a loro piacimento l’aggressività, ma il più delle volte sono solo finzioni. Si tratta di aggressività ludica.

Per capire se lo è o no, bisogna guardare il linguaggio non verbale: l’espressione. È piuttosto raro che in questi giochi i bambini si facciano veramente male. Sono giochi che hanno la funzione di far comprendere al bambino la sua forza, fino a che punto resistono alla fatica o nella lotta, ma soprattutto servono per capire quando fermarsi.

 

http://trashic.com/2012/06/giocattoli-bambini-due-anni/

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GIOCO E IDENTITA’

Mediante il gioco il bambino e la bambina, tramite rinforzi ricevuti dagli adulti,  imparano anche la differenza di genere: spesso, condizionati dalla società in cui vivono, apprendono “usi e costumi” stereotipati relativi ai due sessi, imparando che le femmine giocano con le bambole e i maschi con le macchinine. Questo condizionamento sociale, si può acuire tra i 6 e i 10 anni, nel periodo che Freud aveva chiamato “di latenza” per ciò che riguarda lo sviluppo psicosessuale: il bambino e la bambina tendono a giocare di più con altri bambini del proprio sesso, ricevendo un ulteriore rinforzo del tipico comportamento maschile e femminile, imposto dalla società.  Con il tempo e con il nuovo risveglio delle coscienze, i giochi stereotipati stanno lentamente lasciando posto a giochi “neutri” in cui sentirsi liberi di esprimersi, senza venire derisi se si preferisce un giocattolo ad un altro.

Altro tipo di gioco, molto praticato, è il gioco di ruolo. Esso si innesca quando si ha un gioco verbale, di comunicazione.

Qui avviene la negoziazione dove i bambini devono concordare necessariamente la situazione per poter andare avanti, imparando così la cultura dei coetanei. È un tipo di cultura che si comprende fin dalla scuola materna.  Le prime forme di gioco si imparano nel contesto familiare, dove i fratelli più grandi hanno il compito informale molto importante: insegnare, anche inconsapevolmente, le regole di gioco ai fratelli minori; si pensa così a giochi semplici come nascondino, al gioco delle carte, ai giochi di ruolo, a giochi più complessi come il girotondo o la campana.

Il bambino impara le diverse modalità di ogni gioco e le regole basandosi principalmente sull’esperienza condivisa con i più grandi, a sua volta andrà a tramandare queste esperienze non scritte quando entrerà nel mondo della scuola.

 

IL GIOCO COME FONTE DI REGOLE E DEL SENTIRSI ACCETTATI

Il gioco può fornire una base notevole per lo sviluppo sociale nell’adolescenza, poichè permette di collocarsi fin dall’infanzia in un gruppo e di imparare a rispettare

le regole formali e informali per farne parte.

Tramite il gioco di gruppo, l’individuo impara che esistono gli altri con le loro caratteristiche e che agire insieme “allo scopo di…”, può far ottenere dei risultati considerevoli.

In ogni gruppo ogni individuo ha un ruolo, così come nel gioco ed è interessante osservare ciò che avviene durante i giochi tra bambini e bambine e tra ragazzi e ragazze in generale:

le dinamiche osservate ci daranno informazioni preziose su chi è il leader, chi è il trascinatore e chi l’escluso e sul modo di stare insieme  di ogni componente .

Il gioco, dunque, è un elemento fondamentale nella crescita del bambino e della bambina, poichè insegna loro fin dalla più tenera età, ad entrare in relazione con se stessi e con  l’Altro.

 

 

 

Autrice : Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosociali

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