LA PERCEZIONE E IL SUO SVILUPPO DURANTE IL PERIODO INFANTILE E NEONATALE

In psicologia la percezione è definita come un processo mentale attraverso cui il cervello elabora le informazioni che riceve dai cinque sensi e ci permette di rappresentare nel migliore dei modi la realtà che ci circonda organizzandola in informazioni significative per noi. Tutto ciò avviene attraverso degli stimoli. Quando non ci sono stimoli, è il cervello che prende il controllo e fa partire degli stimoli.

E’ importante ricordare come ogni individuo possiede molteplici tipologie di sensi. Essenzialmente ne ricordiamo tre:

  • Sensi speciali: perché hanno organi che li rendono tali come occhio o orecchio.
  • Senso cutanei: perché sono distribuiti a livello cutaneo
  • Sensi interni: perché portano informazioni dall’interno del nostro corpo.

 

La percezione, dunque, si può definire quindi come un processo attivo poiché riguarda l’esplorazione, che compie il bambino, del mondo che lo circonda. A partire dai sei anni il bambino abbandona gradualmente la percezione legata al periodo infantile per abbracciare quella degli adulti. L’attività percettiva si indebolisce man mano con l’invecchiamento.

 

http://didasfera.it/kids/s1-tecnologia?unita=577

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La percezione  è qualcosa che si sviluppa fin dalla nascita: il neonato infatti, anche se ha una limitata capacità di muoversi, è comunque in grado di percepire gli stimoli esterni mediante l’uso dei recettori sensoriali dell’udito, della vista, dell’olfatto, del gusto e del tatto. A questo punto bisogna sottolineare come ci siano delle sostanziali differenze tra gli atti percettivi; è stato osservato infatti come sia più facile stabilire quando un bambino guarda un oggetto, piuttosto che capire quando sta ascoltando qualcosa, o assaporando del cibo. E’ importante sottolineare che gli stimoli che si modificano più facilmente rispetto ad altri, attraggono di più l’attenzione del bambino. Da questo si evince che l’atto percettivo è lo strumento attraverso cui il bambino entra in contatto con il mondo esterno. Nello studio della percezione nell’età neonatale predomina la percezione visiva: è stato osservato mediante un esperimento come il bambino dai sei ai quattordici mesi percepisca la profondità.

 

Per quanto riguarda la percezione visiva nel bambino di quattro o cinque anni, si distingue in due importanti fenomeni percettivi:

  • Il bambino è in grado di discriminare colori diversi.
  • Il bambino acquisisce la costanza percettiva.

 

Per quanto riguarda il senso del gusto si può affermare che il gusto dei bambini va educato e non assecondato. A questo proposito è stata condotta una ricerca che sottolinea come tra i cibi meno graditi dai bambini ci siano: pasta e ceci. Tra quelli prediletti ci sono le banane e gli agrumi.

 

Per quanto riguarda il tatto, esso è oggetto di una grande quantità di stimolazioni che sono offerte al bambino sull’intera superficie corporea. Infatti, oltre ai polpastrelli che danno numerose informazioni del mondo esterno, anche il corpo ne fornisce tantissime. Sin dalla fase neonatale egli percepisce il caldo, il freddo, il ruvido, il liscio, l’asciutto e il bagnato.

Inoltre il bambino mostra interesse per quando riguarda la manipolazione dei materiali attraverso il tatto.

Nel corso del tempo lo sviluppo percettivo va a coincidere con quello cognitivo: il bambino riesce a percepire il mondo esterno facendo uso di schemi cognitivi.

Autrice:  Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosociali

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