I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE IN ADOLESCENZA


I profondi cambiamenti in atto nel mondo occidentale, stanno influenzando tutti gli ambiti della vita umana e primo fra tutti l’assetto familiare, che da etico è passato ad affettivo, comprendendo anche diverse tipologie familiari e una diversa visione del maschile e del femminile.

Proprio il modello femminile attuale promosso e sponsorizzato dai mass media ,è basato sugli ideali di perfezione e bellezza del corpo, competizione e successo contrapposti al modello materno che anzi viene messo da parte e mortificato.

Questa eccessiva attenzione per l’estetica, unita a fattori molto più profondi hanno provocato il diffondersi , specialmente nella popolazione di adolescenti,di una costellazione di sintomi che vengono definiti  disturbi del comportamento alimentare ( DCA).

I più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia nervosa ma nell’ultimo periodo sono stati classificati anche una nuova tipologia denominata “ Binge Eating Disorder”.

L’anoressia nervosa è caratterizzata da : rifiuto a mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per età e statura, espresso secondo l’indice di massa corporea  BMI; intensa paura di acquistare peso o diventare grassi;alterazione della propria immagine corporea ; assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi; nel sottotipo bulimico sono presenti periodi di abbuffate seguite da strategie compensatorie ( vomito o utilizzo di lassativi).

La bulimia nervosa presenta ricorrenti episodi di abbuffate; inappropriate condotte compensatorie; due episodi di abbuffate alla settimana per un periodo di almeno 3 mesi; livello di autostima fluttuante in base alla forma e al peso corporei.

Il BED ( binge eating disorder) definito anche disturbo da alimentazione incontrollata comprende: ricorrenti episodi di abbuffate; abbuffate che devono verificarsi almeno 2 volte la settimana per 6 mesi; dopo le abbuffate presenza di malessere causato da notevole stress; questi episodi non si verificano esclusivamente nel corso di bulimia nervosa .

L’esordio adolescenziale in prevalenza femminile, anche se ultimamente  è da segnalare un diffondersi di questo disturbo negli adolescenti maschi, è l’espressione di un disagio socio-culturale che Deverèux definisce <<disturbo  etnico>>  e che può far diventare   la normale crisi adolescenziale una frattura vera e propria nel percorso di sviluppo.

L’adolescenza è una fase specifica dello sviluppo, caratterizzata da cambiamenti repentini sia a livello biologico che fisiologico, in cui alla  maturazione degli organi genitali e alla  comparsa dei caratteri sessuali primari ( mestruazioni e eiaculazione) e secondari ( crescita dei peli,sviluppo del seno e cambiamento del tono di voce),  si accompagnano la trasformazione del pensiero da concreto in astratto e la formazione dell’identità definitiva.

Il difficile percorso di nascita dell’identità  è legato al superamento dei compiti evolutivi o affettivi, come li definisce Franco Fornari, che sono fondamentali per la nascita del giovane adulto.

Quando l’adolescente non riesce a risolverli può verificarsi  un blocco o intoppo evolutivo e  che secondo Charmet può dare origine a condotte disfunzionali tra le quali ci sono appunto anche i DCA.

Dagli studi derivanti dal lavoro psicoterapeutico svolto con le anoressiche e le bulimiche, si è potuto individuare la genesi di tali disturbi nel  blocco di due importanti compiti che sono : la separazione/individuazione e la mentalizzazione del corpo sessuato.

L’adolescente per poter diventare adulto dovrà distanziarsi dalle rappresentazioni delle figure genitoriali interiorizzate durante l’infanzia, nonché dai valori e dalle regole apprese, perché dovrà cercare nel suo ambiente ( gruppo dei pari) un nuovo modo di concepire se stesso e il mondo valoriale per alla fine identificarsi con i genitori e poi finalmente separarsene.

Questo lavoro psicologico è molto doloroso, perché prevede da una parte l’elaborazione del lutto dovuto alla perdita di  queste figure onnipotenti e dalla sicurezza che ne derivava e dall’altra parte dall’angoscia per l’ignoto che però spinge a ricercare nuove soluzioni all’esterno , che il Sé integrerà nella nuova identità in formazione.

Dovrà inoltre appropriarsi del nuovo Sé corporeo e scegliere la propria identità sessuale.

L’equipe che lavora all’Istituto di Analisi dei Codici Affettivi “Minotauro”  di cui Charmet è il direttore, lavorando con le anoressiche e le bulimiche ha potuto analizzare sia il senso del disturbo legato all’incapacità a separarsi dalle figure genitoriali e nello specifico dalla madre e la tendenza al rifiuto del femminile/materno cercando di far scomparire dal proprio corpo le caratteristiche tipiche femminili quali il seno, i fianchi e le mestruazioni per aderire al codice paterno che le spinge ad essere competitive, controllate,brillanti e dalla volontà ferrea, tutte caratteristiche riconducibili alla figura paterna che ha il compito di accompagnare l’adolescente alla nascita nel sociale.

Spesso nodi irrisolti e traumi presenti nell’adolescenza dei genitori sono la causa del sintomo che è l’espressione del trans generazionale ossia il corrispondente del DNA nella psiche, che si trasmette di generazione in generazione e che comprende tutti quei contenuti inconsci legati ai miti e ai segreti familiari.

Ecco perché il metodo su cui si basa la psicoterapia evolutiva prevede la presenza di 3 setting individuali per l’adolescente, il padre e la madre, e l’utilizzo anche di un assetto gruppale sia per le ragazze che per i padri e le madri.

Soltanto con un lavoro profondo di accettazione ed elaborazione della propria adolescenza i genitori potranno aiutare la figlia nel suo percorso di costruzione dell’identità adulta.

Il gruppo di psicoterapeuti rappresenterà la famiglia ideale , che non si sostituirà a quella naturale, ma che filtrerà e restituirà un’immagine più funzionale della stessa; un contenimento per emozioni che fanno paura, che possono far soffrire e che finalmente avranno una loro dimensione.

Le parole i pensieri avranno finalmente la loro collocazione nella mente familiare e di ciascuno dei membri ma soprattutto nella mente dell’adolescente che potrà dare un senso al suo malessere.

Per concludere e far meglio comprendere l’importanza del lavoro psicoterapeutico sarà data voce ad una donna anoressica , Fabiola De Clerq,che dopo anni di analisi è riuscita a farcela :- “ Tutti abbiamo una visione personale della nostra storia, una versione per soffrire un po’ meno o un po’ meno a lungo per ciò che <<fa>> soffrire. Credo di incominciare ad avere la mia, ed ha un senso nella mia mente.”

Autrice: Dott.ssa Maria Concetta Lo Coco, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche.

Bibliografia:

M.Lancini, ( 2010) “Cent’anni di adolescenza. Contributi psiconalatici”,Franco Angeli Editore.

E.Riva, (2009 ) “ Adolescenza e Anoressia. Corpo, genere, soggetto.”, Raffaello Cortina Editore.

F. De Clerq ( 1991 ) “ Tutto il pane del mondo. Cronaca di una vita tra anoressia e bulimia.” , RCS Sansoni Editori.

 

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