Un locale per appuntamenti

“Buongiorno dottoressa, la scorsa notte ho fatto un sogno molto particolare e con tanti simboli che in alcuni casi so ricollegare alla mia vita quotidiana, in altri no. Questo il sogno.

Dei miei conoscenti mi invitano ad andare in un locale per appuntamenti che funziona così: gli uomini entrano liberamente; a tutte le donne invece viene dato un piccolo blocchetto con 5 biglietti, tipo biglietti da visita, ma che sembrano dei segnalibri. In questi biglietti è stampata la biografia della donna, la sua foto profilo, il nome, il numero di telefono, l’e-mail ed i contatti social.

Appena entro e mi siedo ad un tavolo vengo subito avvicinata da uomini che in modo molto cortese ed educato cominciano a chiacchierare con me. Questa cosa mi stupisce perché non sanno nulla di me eppure sembrano subito interessati alle cose che ho da dire. Alcuni di essi mi sembrano simpatici ed è per questo che lascio loro il mio biglietto con i recapiti.

Finita la serata torno a casa.La particolarità di questo locale è che dopo una certa ora sparisce, come se non fosse mai esistito, e al suo posto c’è un muro anonimo.

Ci torno un’altra sera e si ripete il rituale. Ma dopo avere dato il mio biglietto ad un uomo, questi torna subito da me facendomi notare che nel biglietto c’è si la mia foto profilo e la mia descrizione, ma il nome è sbagliato, come sbagliati sono i recapiti. Penso ad un errore del computer che ha mescolato i profili e gli scrivo a penna il mio numero. Ma è un numero vecchio, che oramai non utilizzo più da anni. Non so neppure perché mi sia venuto in mente. Gli scrivo anche il mio numero attuale e lo saluto.

Vado alla reception per farmi correggere i biglietti e comincio a chiacchierare con il ragazzo che lavora nel locale. Siamo dentro il suo ufficio e non ci accorgiamo che il tempo passa. Infatti arriva l’orario di chiusura ed il locale sparisce con noi dentro. Di fatto in questo momento non esistiamo più e non possiamo neppure uscire per tornare nella realtà, perché la porta di uscita è sparita. Lui sostiene che all’orario di apertura tutto tornerà visibile e potremo tornare nella realtà, ma non sembra tanto sicuro perché è la prima volta che gli capita una cosa simile. Io sono molto preoccupata, temo che non potrò più tornare nel mondo reale.

Cerco il mio telefono per avvertire mio marito dell’accaduto ma mi accorgo che la batteria è quasi del tutto scarica e forse non ce la farò a chiamare.Dopo questo non ricordo più nulla. Ci sono alcuni elementi che mi fanno riflettere. Il mio cellulare è un telefono molto vecchio, di parecchi anni fa che tra l’altro ancora possiedo conservato in un cassetto. È il telefono con il quale anni fa chiamai mio marito, mentre ero ricoverata in ospedale, per avvertirlo che mi stavano operando di urgenza. Inoltre sempre in quel periodo era attivo quel numero di telefono che per sbaglio ho dato all’uomo che me lo aveva richiesto nel sogno. ”

G.

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RISPOSTA

Gentilissima G,

il tuo sogno è molto articolato e l’elemento che salta subito all’occhio è il continuo oscillare , non solo tra realtà e surrealtà, ma anche tra presente e passato. Probabilmente stai vivendo un periodo molto intenso, in cui vuoi affrancarti dall’immagine di te stessa che avevi prima e  in questo momento, forse, insegui un’immagine ideale di te. Nel sogno appare chiaro il bisogno di essere ascoltata e capita, lusingata, e fa da sfondo, a più riprese, il tema dell’identità (sul biglietto che hai dato a un uomo, il nome era sbagliato), come se dentro di te ci fosse una ricerca costante del tuo vero Sè. Il luogo che c’è , ma poi sparisce, rimanda a un luogo mentale altamente soggettivo, in cui  ricordi com’eri prima, alcuni anni fa (riferimento al vecchio numero e al vecchio telefono) e fai il paragone con la G. di adesso, con quello che ha perso, con mancanze. Il fatto che non riesci comunicare con tuo marito per via della batteria quasi scarica, potrebbe riflettere una comunicazione carente , in questo momento della tua vita, con il tuo partner. La sensazione dell’irrealtà, è data dal fatto che credi che il tuo vissuto non possa essere compreso appieno da chi non fa parte di quello stesso luogo mentale, altamente soggettivo, dove pochi hanno accesso, un luogo per appuntamenti, dove il maschile e il femminile si incontrano e dialogano amabilmente.

L’ultima frase, infine, riflette la tua paura di non essere compresa, anzi, di essere esclusa dalla vita reale, se continuerai a restare in quel luogo d’appuntamenti. Probabilmente temi di non essere capita e accettata, di non trovare quella “porta” che è il modo di comunicare con il mondo oggettivo, con gli altri , con la cosiddetta realtà.

Grazie

 

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