È risaputo che affinchè un bambino abbia uno sviluppo ottimale le condizioni essenziali siano la stabilità, la continuità, la sicurezza e l’affidabilità dei genitori, in primis della madre. La qualità delle cure materne lascia impronte nei bambini e tutte le esperienze vissute, se non sono adeguate al livello di sviluppo raggiunto e se non avvengono in un ambiente in cui vi è un rapporto cordiale tra i genitori, possono diventare futuri fattori traumatici. Nei primi stadi dello sviluppo infantile, il bambino e la madre sono un tutt’uno indivisibile. Quando tale legame viene rotto da fattori esterni come l’adozione, si viene a creare nel bambino, così come nei genitori, un trauma che lascerà tracce per tutto il corso della vita, anche se più il bambino è piccolo e meno il suo apparato psichico sarà in grado di pensare a questa esperienza. Il trauma incapace di divenire pensiero, in quanto il piccolo è ancora in una fase in cui non ha acquisito la capacità di rappresentarsi gli eventi, si esprimerà attraverso comportamenti apparentemente anormali.
La condizione comune a tutti i bambini adottati è la sensazione di abbandono e rappresenta un’esperienza a cui non può essere attribuito un senso, ciò è dovuto al fatto che viene a mancare proprio la figura di riferimento che avrebbe dovuto far comprendere tutti gli eventi incomprensibili. Un’altra condizione comune a tutti i bambini adottati è quella di essere stati abbandonati, perché inadeguati, sbagliati e non meritevoli di amore; sulla base di questa rappresentazione di sé, si vedrà nei bambini la paura per un nuovo abbandono. Dal punto di vista emozionale e psichico il bambino si trova ad affrontare delle sfide difficili, perché deve modificare le sue rappresentazioni interne che ruotano attorno al sentimento di non essere voluto. Anche dopo tanti anni dall’adozione, può riemergere il sentimento di insicurezza in determinate circostanze che possono rievocare le antiche esperienze traumatiche.
Un passo fondamentale che i bambini adottati devono fare riguarda il superamento del lutto, sia esso reale o derivato dalla separazione dai genitori naturali. Spesso il processo del lutto viene complicato da possibili promesse di ricongiungimento che i genitori naturali rivolgono al bambino al momento dell’abbandono, oppure anche dalla sensazione di tradire i genitori naturali legandosi ai genitori adottivi.
L’adozione rappresenta l’incontro di due traumi, ossia quello del bambino e quello della mancata genitorialità biologica dei genitori adottivi, e l’incontro di due diversità. Affinché la diversità diventi una risorsa per il legame adottivo bisogna accettarla e accoglierla, avendo la consapevolezza che quel bambino non è nato dal corpo dei genitori adottivi ed ha una propria storia incancellabile alla quale loro non hanno partecipato.
I genitori adottivi durante il periodo dell’attesa si trovano ad affrontare una gravidanza psicologica, che anticipa quello che sarà poi un parto mentale che avverrà nel momento in cui avranno con loro il bambino, da questo momento in poi si creerà un vero legame di reciproca appartenenza.
Autrice: Maria Rita Panepinto, Dott.ssa in Discipline Psicosociali