La teoria dell’attaccamento di Bowlby e la famiglia moderna: un confronto

Il processo di attaccamento è un legame che intercorre in modo profondo tra il bambino e la madre. Esso è stato studiato a lungo e in modo accurato da molte figure della psicologia. In modo particolare ricordiamo gli studi condotti dallo psicologo Bowlby. Egli compie molti studi su questo processo, tant’è che ne è considerato il capostipite. Afferma che l’attaccamento è il risultato di schemi comportamentali e che possiede una base innata. Dalla sua teoria si evince come il bambino sin dai primi minuti di vita tenda a sviluppare un legame molto forte con la figura che si prende cura di lui, che il più della volte è la madre. Bowlby, è in contrapposizione alla teoria di Freud, per quest’ultimo la figura della madre è vista solo come uno strumento che il bambino ha per soddisfare i suoi bisogni. Per confutare la teoria freudiana, Bowlby compie degli esperimenti sugli animali riferendosi in modo particolare alle ricerche di Harlow sui macachi. In questo esperimento si osserva infatti come il piccolo di macaco preferisca una mamma “soffice” ad un qualcosa di artificiale. Dopo qualche settimana però si è osservato come la suddetta morbidezza non bastava più al piccolo macaco. Questo dipende anche dall’impossibilità di avere contatto con un’altra persona. Le ricerche di Bowlby sono state riprese da Mary Ainsworth, altra importante studiosa nell’ambito dell’attaccamento, che ha l’onore di trasferire queste conoscenze, fin ora solo puramente teoriche, in un ambito più scientifico, mediante l’uso della strange situation: una situazione critica che si è rivelata essere il primo strumento di osservazione dell’attaccamento infantile. Ella sottolinea tre tipologie principali di attaccamento quali sicuro, resistente, evitante.  In definitiva si può dunque affermare come fin dai primi studi compiuti su questo importante processo, l’attenzione sia ricaduta in modo evidente sulla figura materna. Essa infatti era vista come il simbolo dell’educazione.

https://pixabay.com/it/famiglia-borsa-genitori-e-figli-1671088/

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Questa visione bowlbiana dell’attaccamento oggi sta cambiando perché il ruolo della madre, anche se pur sempre centrale nella vita del bambino, sta facendo spazio a un’altra fondamentale figura, quella del padre. Egli è stato sempre messo in secondo piano rispetto a quello che è l’allevamento dei figli; questo cambiamento avviene principalmente per l’incremento del lavoro femminile.

Nel mondo odierno, quindi, l’evolversi del modo di pensare e di concepire la società e soprattutto il concetto revisionato della famiglia, portano la figura del padre in primo piano, al pari di quella materna.

(Leggi anche : La paternità: un multiverso ancora in espansione)

Infatti ora il padre è una figura presente fin da subito nella vita del nascituro, diventando così una figura che si può prendere cura di lui. Entrambi i genitori, in questa nuova chiave moderna quindi sono posti al centro della vita dei bambini come figure di attaccamento.

Quindi, in riferimento alla teoria moderna dell’attaccamento, si può affermare che essa è divenuta importante grazie soprattutto alle ricerche di Bowlby. E’ proprio grazie a queste ricerche che si è andata a sviluppare sempre di più la figura paterna, fino ad arrivare al pari con quella materna.  Queste due chiavi di lettura diverse del modo di concepire l’attaccamento sono inseparabili l’una dall’altra coesistendo e andando a formare la linea di pensiero che oggi conosciamo. L’una senza l’altra non possono esistere, perché coesistono.

 

Autrice:  Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosociali

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