Il gioco: uno strumento di apprendimento per il bambino

“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un’ora di conversazione.”

Questa affermazione di Platone, filosofo greco, ci fa comprendere come il gioco è da sempre un argomento molto studiato. Egli sostiene che esso è la forma più autentica della vita.

Ancora oggi esso è ancora molto preso in considerazione sia perché è la prima attività ludica che il bambino compie, sia perché è considerato come un’importante forma di apprendimento.  Infatti, vi è un rapporto molto stretto tra il gioco e l’apprendimento.

Nel mondo odierno, con lo sviluppo della tecnologia e di conseguenza quello del digitale, ci si è chiesti se è possibile realizzare delle tecnologie che possano sfruttare in modo ottimale il potenziale del gioco, creando dei contenuti che permettono alle persone di avere un apprendimento consono alle loro aspettative. Su questa linea di pensiero, sono nati i Serious Game. Essi sono un’evoluzione dei classici videogame; infatti sono dei videogame, usati soprattutto in ambito educativo, che però non hanno solo una finalità puramente ludica, ma anche di apprendimento: possiedono quindi anche un carattere pedagogico. Essi consentono all’individuo di apprendere divertendosi, mettendo in moto caratteristiche come competizione e confronto. Hanno caratteristiche simulative, ludiche e di apprendimento, ma al contempo possiedono anche caratteristiche psicologiche quali motivazione e autoefficacia.

http://donna.nanopress.it/mamma/bambini-e-computer-il-mouse-a-cinque-anni/P124445/

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Da tutto questo si può evincere che il gioco è una componente che viene usata molto nel quotidiano dagli individui, tant’è che viene utilizzato anche in ambito scolastico, facendo riferimento soprattutto allo sviluppo cognitivo e socio-affettivo del bambino; a partire dai primi anni del ventunesimo secolo infatti sono stati sviluppati molti progetti, in campo educativo, che mirano proprio a favorire il ragionamento e le abilità matematiche. Ricordiamo progetti come:

  • progetto SVITA: che consente uno sviluppo tramite l’uso di tecnologie di abilità logico-matematiche di base.
  • Progetto SOLE: che è un software che sviluppa la logica elementare.

E’ fondamentale dire, a questo punto, che tutti questi progetti mettono in luce le potenzialità del gioco in sé, andando a sviluppare di ragionamento: si parla quindi di “mind games”.

Inoltre, c’è da dire che lo studio di queste tipologie di apprendimento si basa sulla teoria di Papert un importante studioso costruttivista. Egli infatti crea un ambiente particolare, dove il bambino è un soggetto attivo che è in relazione con l’altro e che è in grado di mettere in gioco le sue conoscenze informatiche. Papert stesso afferma “non voglio programmare un bambino, voglio che egli programmi un ambiente e che impari”.

In conclusione si può affermare come oggi il gioco è visto sempre di più come supporto nell’apprendimento delle conoscenze più ostiche da parte del fanciullo, per andare a sviluppare tutta una serie di conoscenze in modo ottimale.

 

Autrice:Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosiali

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